venerdì 27 maggio 2011

Salve ragazzi siamo verso la conclusione del mio blog..ho trattato fin'ora argomenti interessanti che possono essere d'avvero d'aiuto!
Ora ci soffermiamo proprio sull'ATTEGGIAMENTO EDUCATIVO!

Grazie al libro "Voyer" abbiamo capito varie sfacettature essenziali per un futuro lavoro educativo tanto che il libro ora ci viene" in aiuo" per quanto riguarda l'educazione.
Per Voyer l'educazione non consiste nel trasmettere una verità ma essa ha come scopo l'avvenire,e indubbiamente anche il divenire.
Tuttavia la difficoltà dell'azione educativa è di conciliare i due termini che seguono e che non sono contradditori ossia la nozione di sforzo e di libertà del bambino.
Per essere educativa un'azione dev'essere voluta, pensata e controllata ma dall'altra parte il bambino deve vivere la situazione con tutto il proprio essere deve,avere la sensazione di scoprire e di educarsi da solo.

Per favorire una relazione autentica l'educatore DEVE:


  1. Creare un clima di sicurezza: in sezione il bambino deve sentirsi a casa sua, felice e desideroso di agire

  2. Creare o meglio suggerire delle situazioni educative alla portata del bambino e che rispettino i suoi interessi

  3. Rispettare le leggi fondamentali dell'apprendimento: alternanza delle attività,tempi di riposo

  4. Favorire l'autonomia del bambino all'interno del gruppo e anche la sua integrazione al gruppo;

  5. Favorire il dialogo e favorire così i mezzi dell'espressione e della comunicazione.

L'atteggiamento educativo è una presenza:


-VOLONTARIA: perchè deriva da una scelta;


-ATTIVA: perchè si ha intenzione di aiutare


-ACCETTATA DAL BAMBINO: nè contestata, nè subita


-CALOROSA E AUTENTICA!

giovedì 12 maggio 2011

Ragazzi..continuo il mio lavoro su Voyer..come da "programma" tratto ora il tema."della risoluzione dei conflitti"
La vita corrente è fatta di conflitti e l'educazione che è un aspetto della relazione far individui non è esente.
Il bambino deve essere dunque preparato e l'educazione stessa consiste al tempo stesso nel dare al bambino i mezzi per superarli e nel condurlo ad accettare l'inibizione,eventualmente la repressione di certi desideri incompatibili con la vita in società.
Si arriva così alle nozioni di RISPETTO dell'altro!"

"Leducazione però deve anche aiutare il bambino a risolvere i conflitti quando si presentano e anche n questo caso l'adulto è sovente implicato nell'affrontarsi delle personalità.
Per aiutare il bambino l'adulto deve dunque,accettare di avere torto e di non essere onnipotente!"

Le relazioni bambino-adulto diventano allora vantaggiose per il bambino ma allo stesso tempo arricchiscono l'adulto in quanto favoriscono l'indispensabile atteggiamento di riflessione su se stessi.